Chi rinuncia all’eredità non perde il diritto alla pensione di reversibilità: quest’ultima è una prestazione, in favore dei superstiti, che ha natura assistenziale e che non ha nulla a che vedere con le regole sulla successione. La rinuncia all’eredità impedisce soltanto il pagamento delle rate di pensione non riscosse dal deceduto al momento della morte nonché, degli eventuali ratei di tredicesima maturati dallo stesso alla data dell’evento. Lo ha chiarito anche la Corte costituzionale nel 1987.
La rinuncia all’eredità non influisce in alcun modo né sul diritto alla pensione di reversibilità, né sugli arretrati che l’Inps riconosce nei limiti della prescrizione di 10 anni. La pensione di reversibilità è un diritto “proprio” di alcuni congiunti del pensionato, tra cui il coniuge superstite. Questo significa che la pensione spetta ai congiunti anche se non sono eredi del pensionato. Perciò, se il coniuge superstite rinuncia all’eredità, continua a percepire la pensione, ma non risponde dei debiti del pensionato deceduto.
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