I messaggi whatsapp e gli sms reiterati nel tempo, inviati anche in orari serali e notturni, pur in difetto di una risposta da parte di chi li riceve sono in grado di provocargli uno stato di non trascurabile turbamento della vita e della serenità. Ciò che rileva, infatti, è l’invasività del mezzo impiegato per raggiungere il destinatario, non la possibilità per quest’ultimo di interrompere l’azione perturbatrice, già subita ed avvertita come tale, ovvero di prevenire la reiterazione, escludendo il contatto o l’utenza sgradita senza il nocumento della propria libertà di comunicazione.
Cass. Pen., Sez. I, Sent., 22 ottobre 2021, n. 37974
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