Secondo il tribunale di Terni (ma anche Bari, Lecce, Matera, Bologna e molti altri) in piena emergenza Covid, ci sono due esigenze da proteggere: quella dei minori alla bigenitorialità e quella del genitore non convivente, a seguito di separazione, di frequentarli comunque, seppur virtualmente.
Il tribunale, sezione civile, rispondeva al ricorso urgente di un padre separato, che chiedeva di proseguire la frequentazione con i tre figli, malgrado le limitazioni imposte dalle misure anticontagio.
Secondo il Giudice, quattro sono i principali interessi in gioco: il benessere dei ragazzi, il loro diritto a contare su entrambi i genitori, quello del padre a vederli e la tutela della salute. Basta sostituire gli incontri con le videochiamate, di cui deve farsi carico lo stesso Comune, attraverso l’ufficio servizi sociali (In questo caso incaricati a forte della grande conflittualità tra i genitori). Il genitore vedrà i figli attraverso Skype o Whatsapp, “assicurando che sia l’operatore a mettere in contatto il padre con ciascuno dei figli e assicurando la propria presenza per l’intera durata della chiamata”.
Con le restrizioni causa Covid, l’incontro fisico pone il problema di un eventuale rischio contagio ma anche di un’opportuna sanificazione dello spazio neutro dove permettere a genitore e figli di vedersi. Motivi che rendono il ricorso alla videochiamata la soluzione più semplice e sicura. Saranno poi gli assistenti sociali a decidere nello specifico come organizzarsi: a che ora, se far partecipare tutti e tre i figli insieme o in momenti diversi, se estromettere dagli incontri uno dei tre fratellini che non vuole vedere il padre. Eventuali comportamenti scorretti dovranno poi essere annotati dagli assistenti sociali in una relazione al tribunale