Nonostante il criterio del “tenore di vita goduto in costanza di matrimonio” non appaia più rispondente ad una corretta valutazione per la concessione dell’assegno divorzile, non potendosi tollerare rendite parassitarie in presenza di capacità lavorativa acclarata e breve durata del matrimonio, è necessario comunque evitare di incidere in maniera punitiva riguardo a quei casi in cui il coniuge economicamente più debole sia rimasto sposato per parecchi anni, dedicando tempo alla famiglia e al partner e incrementando le risorse economiche familiari col proprio lavoro, anche casalingo
Cass. civile sentenza n. 6519 del 9 gennaio 2020