La Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia perché l’automatismo del patronimico viola gli articoli
8 (rispetto della vita privata e familiare) e 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione dei
diritti dell’uomo. La decisione è conferma dei principi sanciti dalla Costituzione. E all’esame del Governo c’è anche la riforma della legge vigente: è quindi ragionevole prevedere che a breve l’attribuzione del cognome del padre non sarà più automatica neppure in Italia, come non lo è in molti Paesi europei