La Prima sezione civile del Tribunale di Roma (sentenza del 19 maggio 2017, relatore Velletti) ha riconosciuto a una figlia cui il padre aveva sempre negato cura, istruzione e mantenimento un risarcimento dei danni non patrimoniali di 70.000 euro. .
«A seguito della decisione delle Sezioni unite della Suprema Corte, la n. 26972/2008 – ricorda il Tribunale di Roma – in base ad una interpretazione costituzionalmente orientata dell’articolo 2059 del Codice civile, può essere disposta la risarcibilità del pregiudizio di natura non patrimoniale, quando il fatto illecito abbia violato in modo grave diritti inviolabili di una persona, che abbiano tutela costituzionale».
Le Sezioni unite avevano citato «il totale disinteresse del genitore nei confronti del figlio, estrinsecatosi nella violazione degli obblighi connessi alla responsabilità genitoriale (cura, istruzione, educazione e mantenimento)», precisando che ciò lede i diritti fondamentali sanciti dagli articoli 2 e 30 della Costituzione e nelle norme di diritto internazionale, che riconoscono «un elevato grado di riconoscimento e tutela».
Nel caso di specie il padre ha violato i diritti fondamentali della figlia, «pur essendo a conoscenza del possibile legame di filiazione». Il giudice ha escluso il danno patrimoniale che non risultava provato, ma ha ritenuto raggiunta la prova del danno «al corretto sviluppo psicofisico», violato «dalla mancata presenza del genitore nel percorso evolutivo». Il danno deriva «dal dolore del figlio, dal suo turbamento, derivante dalla mancanza della figura paterna nell’arco della vita».
Il danno va valutato col «parametro della liquidazione equitativa di cui agli articoli 1226e 2056 del Codice civile» e in particolare coi criteri di liquidazione connessi alla morte di un genitore, diminuiti perché rispetto a questo caso il rapporto umano non è perduto per sempre.
Il calcolo si basa sulle tabelle per la liquidazione del danno non patrimoniale in uso nel Tribunale di Roma: nel 2017, 9.443,50 euro per ogni punto. La morte del genitore è valutata 20 punti, aumentati di 5 per i minori. Applicando tali parametri, si è giunti ad una valutazione di 263.087,05 euro (compresi gli interessi). La somma senza interessi è stata poi abbattuta del 70% perché l’assenza dalla vita della figlia ne ha riguardato solo una parte.
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