il reato di maltrattamenti in famiglia sussiste in presenza di una serie di atti lesivi dell’integrità fisica o della libertà o del decoro della vittima nei confronti della quale viene posta una sopraffazione sistematica, tale da rendere particolarmente dolorosa la stessa convivenza. Ci deve essere, da parte del colpevole, la volontà di avvilire e sopraffare l’altro coniuge (o anche il convivente). Non rileva che «durante il lasso di tempo considerato siano riscontrabili periodi di normalità e di accordo» tra le mura domestiche. Quindi, se nonostante le vessazioni e le violenze, la moglie ha spesso perdonato il marito, sorvolando sui suoi comportamenti aggressivi, può ugualmente denunciarlo
Cass. sent. n. 761/19 del 9.01.2019
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