Insistenti telefonate e sms all’ex: stalking anche se il tono è pacifico

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Ex coniuge condannato per stalking ai danni della moglie a un anno e tre mesi di detenzione per averla ossessionata con continue telefonate e sms.
Con la sentenza 5316/2015 la Cassazione Penale ha riconosciuto l’uomo colpevole di stalking, precisando che il reato sussiste allorchè il comportamento persecutorio nei confronti della vittima determina, ai danni di quest’ultima, un fortissimo turbamento a livello emotivo, per via del pressing telefonico, inteso anche come intimidatorio e pericoloso non solo per sé ma anche per le persone a lei vicine (per esempio, i figli e il nuovo partner).
A prescindere quindi dal contenuto e dal tenore delle telefonate e dei messaggi, il comportamento ossessivo, compreso il caso di pochi ma insistenti episodi, integra il reato.
Rileva infatti l’effetto destabilizzante della pressione psicologica compiuta dal molestatore sull’equilibrio psichico della vittima, testimoniato dal timore, da parte di quest’ultima, per l’incolumità propria e per le persone a lei legate, compreso il nuovo partner.

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