Consentita al nato nell’ambito di un progetto di procreazione medicalmente assistita eterologa, praticata da una coppia dello stesso sesso, l’attribuzione dello status di figlio riconosciuto anche dalla madre intenzionale, poiché tale aspetto impinge sulla discrezionalità spettante al legislatore.
Negare il riconoscimento al genitore intenzionale sarebbe lesiva del diritto al riconoscimento formale di un proprio status filiationis, che è elemento costitutivo dell’identità personale, protetta, oltre che dagli artt. 7 e 8 della citata Convenzione sui diritti del fanciullo, dall’art. 2 della Costituzione, e in contrasto con il principio costituzionale di eguaglianza.
In caso di richiesta di trascrizione di atto di nascita straniero di minore nato da maternità surrogata, il ricorso all’adozione in casi particolari, previsto dall’art. 44, comma 1, lett. d) della legge n. 184 del 1983 e già considerato praticabile dalla Cassazione, costituisce una forma di tutela degli interessi del minore certo significativa, ma ancora non del tutto adeguata al metro dei principi costituzionali e sovranazionali.
Tribunale di Bari, decr. 20 luglio 2022
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