La Cedu ha condannato l’Italia per essere venuta meno al dovere delle competenti autorità di condurre un’immediata valutazione del rischio di reiterazione degli atti violenti commessi ai danni di una donna e dei suoi figli, come richiesto nei casi di violenza domestica. Inerzia, mancata valutazione del rischio, assenza di misure preventive e di protezione. I pubblici ministeri, in particolare, , al fine di tutelare gli interessati, non hanno assunto misure operative e preventive per attutire questo rischio e hanno permesso che l’uomo potesse continuare a minacciare, molestare e aggredire la ricorrente.
Cedu , Prima sezione, 7 aprile 2022, (ricorso n. 10929/19)
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