Violenza domestica: Italia condannata per non avere subito valutato il rischio di reiterazione degli atti violenti

Gelosia esasperata può essere fonte d’addebito
9 aprile 2022
Cessa l’assegno divorzile per l’ex che convive, come dimostrano il contratto di locazione e le fotografie
10 aprile 2022

La Cedu ha condannato l’Italia  per essere venuta meno al  dovere delle competenti autorità di condurre un’immediata valutazione del rischio di reiterazione degli atti violenti commessi ai danni di una donna e dei suoi figli, come richiesto nei casi di violenza domestica. Inerzia, mancata valutazione del rischio, assenza di misure preventive e di protezione. I pubblici ministeri, in particolare, , al fine di tutelare gli interessati, non hanno assunto misure operative e preventive per attutire questo rischio e hanno permesso che l’uomo potesse continuare a minacciare, molestare e aggredire la ricorrente.

 

Cedu , Prima sezione, 7 aprile 2022,  (ricorso n. 10929/19)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi