Un bambino che nasce all’estero con la maternità surrogata, in un Paese in cui la gestazione per altri (gpa) è legale, deve essere riconosciuto anche nei Paesi europei in cui questa pratica non è consentita, o con la trascrizione immediata all’anagrafe oppure con un’adozione piena che riconosca tutti i diritti-doveri anche alla madre non biologica (o al secondo padre). Lo ha deciso la (Cedu) rispondendo alla richiesta della Corte di Cassazione francese sul caso di due coniugi francesi, i Menesson, del 2014. Alla Cedu (che non è un organismo dell’Unione Europea) aderiscono i 47 Paesi del Consiglio d’Europa, e quindi il suo parere orientativo vale per tutti questi Stati, Italia compresa.
Corte EDU parere 10 aprile 2019