L’omessa diagnosi di un tumore in stadio avanzato comporta sempre la responsabilità del chirurgo, e ciò anche se il paziente era ricoverato per altra malattia.
Ad affermarlo è la Cassazione con la sentenza n. 11522/2014: agli eredi dell’uomo, morto per un tumore al polmone, viene riconosciuto il danno biologico iure hereditatis, per avere il decuius sofferto più del necessario a causa del ritardo nella diagnosi; ritardo che non gli ha consentito di fare un intervento chirurgico che, anche se non risolutivo, avrebbe quantomeno potuto alleviare il dolore.