Spese di viaggio per esercizio del diritto di visita competono al genitore non collocatario

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Nel determinare l’assegno di mantenimento per i figli il Giudice deve considerare non solo le “rispettive sostanze” dei genitori, ma anche la loro capacità di lavoro, professionale o casalingo, con espressa valorizzazione, oltre che delle risorse economiche individuali, anche delle accertate potenzialità reddituali, in uno con la considerazione delle esigenze attuali del figlio e del tenore di vita da lui goduto, nonché dei tempi di permanenza dello stesso presso ciascuno dei genitori e della valenza economica dei compiti domestici e di cura da loro assunti.

Le spese di viaggio sopportate dal genitore non collocatario per l’esercizio del proprio diritto di visita al minore non sono oggetto di ripartizione tra i genitori e restano a suo esclusivo carico, in quanto tali oneri – inerendo strettamente al diritto di visita del genitore non collocatario – rientrano tra gli esborsi destinati ai bisogni ordinari dei figli che, certi nel loro costante e prevedibile ripetersi, anche lungo intervalli temporali più o meno ampi, sortiscono l’effetto di integrare l’assegno di mantenimento. 


Cass. civile, sez. I, ordinanza 30 settembre 2022, n. 28483.

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