il criterio fondamentale cui il giudice deve attenersi nel fissare le modalità di affidamento dei figli in caso di conflitto genitoriale è quello del superiore interesse del minore in considerazione del suo diritto a una crescita sana ed equilibrata.
Per perseguire tale obiettivo, può rendersi necessario adottare provvedimenti contenitivi o restrittivi di diritti e libertà individuali dei genitori qualora la loro «esteriorizzazione determini conseguenze pregiudizievoli per il figlio», compromettendone la salute psico-fisica e lo sviluppo.
Nel caso di specie, il padre Testimone di Geova impugna in Cassazione il decreto con cui la Corte d’Appello gli aveva vietato di portare il figlio agli incontri religiosi. La Corte così aveva deciso aderendo ai principi sopra indicati considerato che il divieto posto dal Giudice di merito di condurre la bambina alle manifestazioni della fede dei Testimoni di Geova è fondato sulla CTU con la quale si è accertato che il coinvolgimento in tali pratiche religiose creavano disagio nella minore e ne pregiudicavano l’equilibrata crescita emotiva.
La Suprema Corte dichiara, quindi, inammissibile il ricorso.